Vernissage Sabato 18 febbraio 2012 ore 19.00
a cura di Gianfranco Cordì
Tutto ciò che è profondo ama la maschera ha scritto Friedrich Nietzsche.
In questo senso, ogni cosa dotata di significato si traveste, si trucca, moltiplica le proprie facce in una composizione ed in una scomposizione che non ha fine.
Le opere di Irene Sitibondo tra costumi, opere pittoriche ed assemblage, rispettano questa regola per mettere in scena, alla fine, la figura della donna in tutta la sua femminilità e identità di genere definita. Attraverso il segno che può essere interpretato ora come tessuto ora come tela, l’artista reggina cerca il volto ed arriva alla maschera.
In questo senso, ogni cosa dotata di significato si traveste, si trucca, moltiplica le proprie facce in una composizione ed in una scomposizione che non ha fine.
Le opere di Irene Sitibondo tra costumi, opere pittoriche ed assemblage, rispettano questa regola per mettere in scena, alla fine, la figura della donna in tutta la sua femminilità e identità di genere definita. Attraverso il segno che può essere interpretato ora come tessuto ora come tela, l’artista reggina cerca il volto ed arriva alla maschera.
Gianfranco Cordì